CLOCKSTOP FEST, parla Vittorino Curci
C’è grande fermento per la rassegna di musica improvvisata “Clockstop Fest”, in programmazione per i giorni 8,9 e10 maggio, presso il Chiostro delle Clarisse. Il festival è organizzato da White Noise Generator in collaborazione con associazione culturale “Bucobum” e Comune di Noci. Abbiamo incontrato Vittorino Curci musicista e scrittore nocese, che assieme a Marcello Magliocchi ne ha curato la direzione artistica.
Da cosa nasce “Clockstop Fest”? Quale è l’idea alla base?
“L’idea alla base è quella di mantenere vivo a Noci questo genere di musica, la musica improvvisata che, in passato, ha trovato sempre ospitalità. Questa volta, abbiamo tentato una formula nuova, mai sperimentata, la “Open Call”. Abbiamo pubblicato un bando, rivolto a tutti i musicisti interessati; in seguito, una direzione artistica ha proceduto a valutare le candidature, selezionando ben 30 artisti.”
Pare che questa nuova formula abbia funzionato.
“Avevamo qualche dubbio a riguardo, invece, abbiamo notato con piacere una grande risposta da parte dei musicisti. L’eterogeneità di nazionalità presenti alla rassegna ha reso la stessa un’occasione di raduno. Un modo per scambiarsi esperienze, elaborare nuove formazioni ed accrescere la propria cultura musicale.”
Perché “Clock stop” ?
“Dall’inglese “fermare l’orologio”. Emerge in questa espressione il concetto di tempo, centrale nella musica. Attraverso questa iniziativa ci si propone, dunque, di andare a cercare un altro tempo, che è quello della musica stessa.”
Noci è stata in passato definita “capitale del jazz d’avanguardia”.
“Noci può essere definita, a tutti gli effetti, capitale della musica improvvisata. Già dal 1989, creammo in Italia una fisionomia artistica proponendoci come fautori di un genere jazzistico, per così dire, più radicale. Musica anticonvenzionale per eccellenza, legata alla musica cosiddetta radicale europea.”
Pensate di poter dar seguito a questa rassegna?
“Speriamo e crediamo di si…questo è un periodo dell’anno che si presta molto bene ad accogliere questo genere di iniziative.”
L’evento ha, inoltre, previsto dei momenti di “workshop”, curati dal musicista statunitense Julian Sparacino e dal francese Guy Frank Pellerin, un'occasione formativa di indubbia valenza musicale e culturale.